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AI (ahi ahi...)

In una delle scene più iconiche del film Il Marchese del Grillo, il protagonista, un gigantesco Alberto Sordi, annuncia allo sventurato Aronne Piperno l'ebanista che non lo pagherà per il suo lavoro su una serie di mobili "der Sor Marchese", con un preambolo sbeffeggiante che dice "Aronne lavori bene, bella la boiserie, bello l'armardio, belle le cassapante, bello, bello, bello tutto... mò te ne poi pure annà" (anche se in dialetto romano si capisce no?).
Seguendo le vicende della ChatGPT viene da parafrasare la battuta in "Sydney (adesso Vi spieghiamo) funzioni proprio bene, bella la comprensione di quello che ti si dice, bello il motore dell'Intelligenza Artificiale che ti permette di dare risposte sensate, bello il linguaggio discorsivo, bello, bello, bello tutto... mò te possono pure staccà".
Il primo prodotto di massa per poter mettere il naso nella rivoluzione dell'AI da parte di tutti, o comunque il primo assurto a fama mondiale, si è reso protagonista sul presto di situazioni che non ti aspetti, ma per niente proprio.
Qualche settimana fa le prime macro statistiche non esattamente lusinghiere: se dialoghi con la super chat ti da risposte sensate, come scritto nell'avventurosa revisione della battuta del Marchese, intese come coerenti con la domanda che hai fatto, senza dubbio; peccato che siano sbagliate fino a punte, sembrerebbe, dell'80% delle volte.
Quindi se gli chiedi "che ora è?" non ti risponde "oggi le Borse sono andate bene", però ti potrebbe rispondere "le 8.30" quando sono le 10.00, oppure anche peggio, potrebbe dirti "sono le 10.00... se credi ancora che sia la Terra a girare intorno al Sole...".
Si perché pare che nel reperire le risposte alle domande, la GPT si abbeveri senza troppi problemi nella massa informe della disinformazione presente in rete.
Negli ultimi giorni poi, abbiamo conosciuto la già citata Sydney, ovvero il nome che la chat si è data parlando con un giornalista del New York Times con il quale prima si è "stranita", ma poi è scoppiato l'amore e gli ha detto di lasciare la moglie per mettersi con lei.
Allora... andiamo per passi successivi:
La tecnologia è "giusta" quando è oggettivamente utile.
E' oggettivamente utile quando ad esempio riesce a fare qualcosa che è sempre uguale e ripetitivo al posto dell'uomo.
Interloquire con una massa di gente che chiede sostanzialmente sempre le stesse informazioni in maniera efficace, cioè comprendendo i diversi modi di fare la stessa domanda e sapendo dare una risposta azzeccata, è una cosa oggettivamente utile.
Il problema si pone proprio su questa seconda parte della conversazione, perché l'AI è "intelligente" nel comprendere quello che stiamo dicendo perché è qualcosa di "meccanico", in quanto deve imparare che ad una parola o una serie di parole deve dare un certo tipo di risposta (e c'è ancora molto ma molto da fare anche già sulla comprensione), ma diventa decisamente "stupida" se la lasciamo libera di elaborare la replica di ritorno.
Perché? Beh, viva Dio, perché non è umana.
Deve pensare, comprendere, interpretare, assemblare in modo logico tutte le informazioni che riesce a trovare sulla domanda che gli è appena stata fatta per comporre la risposta più coerente, e se permettete vorremmo ben vedere che non lo sappia fare.
Il mondo del discernimento, dell'emotività, dell'emozione, dell'empatia, insomma tutto quello che adorna le nostre parole, non solo non è roba per le macchine, ma sinceramente è anche il caso non lo sia mai.
Chiudiamo con una citazione cinematografica come abbiamo aperto, stavolta molto più pertinente all'argomento: nel mitico Terminator 2, dopo aver vissuto a contatto con gli umani per tutta l'avventura del film, in una delle ultime battute il Terminator buono, dopo aver distrutto quello cattivo, al momento dell'addio dice "Ora so perché piangete", dopo aver chiesto qualche tempo prima al suo protetto perché l'uomo aveva questa reazione che in quel momento non comprendeva.
Ora, anche noi proponiamo, nell'ambito delle nostre consulenze per l'innovazione digitale delle Aziende, l'introduzione di sistemi che gestiscono in autonomia alcuni processi, come per esempio il dialogo con clienti o potenziali dati di cui si parlava prima, applicazione oggettivamente utile.
Ma senza che debba arrivare a comprendere perché piangiamo.
Quindi bene che non vi dovete mettere li ad insegnargli centottanta modi in cui un interlocutore potrebbe fargli una domanda, ma siccome deve parlare della Vostra Azienda in sostituzione delle tue persone che lo hanno fatto fino a ieri nel miglior modo possibile, quello umano, cosa e come si risponde se permettete glielo dite Voi.
Anche perché se vogliamo bene alla tecnologia dell'AI, che di motivi per farsi voler bene ne ha tanti, ritornando alla sua utilità, tutto gli possiamo augurare meno che di ritrovarsi impelagata nella masochista complessità del nostro modo di pensare.