Studiando Transizione 5.0 siamo entrati nei contesti di cui nel titolo e abbiamo capito che questa incentivazione è parte di un discorso molto più ampio.

Se un’Azienda vuole ottimizzare il consumo di energia risparmiando, divenendo di conseguenza più sostenibile contribuendo ad una diminuzione dell’inquinamento, il suo progetto di efficientamento energetico potrebbe essere accompagnato dai vantaggi economici degli incentivi 5.0, ma se questo non accade perché non ci sono le caratteristiche poco importa.

Rendere “intelligente” il proprio impianto elettrico abbatte il consumo di energia.

Cambiare il sistema d’illuminazione abbatte il consumo di energia.

Recuperare il caldo generato dai propri macchinari abbatte il consumo di energia.

Un impianto fotovoltaico non abbatte il consumo di energia, ma la richiesta di corrente elettrica dalla rete sì.

E tutti questi investimenti hanno un altro abbattimento in comune: la spesa per l’energia elettrica.

Per altro non mancano gli “scivoli” economici anche se non c’è Transizione 5.0: basti pensare che un impianto fotovoltaico tra legge Sabatini per finanziarlo e Carbon Credit, potrebbe costare tranquillamente tra il 20 e il 30% in meno rispetto al suo prezzo normale, se poi lo installa un soggetto in un Comune di meno di 5.000 abitanti c’è un altro 40% a fondo perduto alla porta.

In alcune regioni poi c’è la ZES ad aiutare gli investimenti delle Imprese, specialmente quelli in sostenibilità di cui sopra: un’incentivazione che può portare il recupero degli investimenti anche oltre il 50% del loro valore.

Dopo di che c’è “lei”, è ovvio: tutte le Aziende che partono dai propri macchinari (digitalizzati, quindi 4.0) per abbattere il consumo energetico, soddisfano i requisiti per entrare nel mondo di Transizione 5.0, più largamente conosciuta come Industria 5.0.

Dal 35 al 45% di recupero degli investimenti in Credito d’Imposta fino a 2.5 mln di investimento e in più un fotovoltaico con certe caratteristiche (niente di irraggiungibile) lo si recupera in quelle percentuali sul 140% di quanto è costato, è evidente che quando il proprio progetto di efficientamento diventa 5.0 il recupero degli investimenti viaggia serenamente ben oltre il 50%, in quando si aggiungono anche alcuni dei benefici descritti precedentemente.

L’opportunità di tutto questo comparto è semplice: ammodernare come si deve la propria Azienda con investimenti recuperati in larga parte e concreti benefici per la competitività sul proprio mercato, con un significativo abbattimento dei costi dell’energia garantito per anni che da solo basterebbe a giustificare l’investimento.

Nei prossimi anni infatti, le Imprese verranno sempre di più guardate con il filtro della sostenibilità: dal cliente, dal committente, dal mondo finanziario.

Per ogni realtà ci sono piccoli grandi interventi che raggiungono il risultato, mirati, centrati, ben finanziati, in primis dai risparmi che ne derivano.

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